Da secoli l’uomo si è impegnato nella selezione morfologica e funzionale del cavallo, dando vita a diverse razze: ai giorni nostri se ne possono contare circa trecento. La maggior parte delle razze equine oggi esistenti sono state create per fissare, se non migliorare i caratteri più desiderati. La selezione artificiale prevede quindi l’incrocio tra razze diverse e l’unione fra meticci, cioè esemplari nati da un incrocio. Nello scegliere i riproduttori ci si può basare su una selezione morfologica o funzionale (è il caso delle razze da corsa).[30]
È probabile che, come accaduto per la selezione del cane, le varie popolazioni si siano trovate già di fronte a tipologie di cavalli con diverse caratteristiche fisiche a seconda dell’habitat in cui si erano sviluppate, senza alcuna selezione artificiale alle spalle. Secondo la maggior parte degli studiosi in origine vi erano quattro tipologie (due di pony e due di cavallo) con caratteristiche ben definite, perfettamente adattate all’ambiente in cui vivevano:
Da successivi incroci tra questi tipi nacquero le varie razze equine, selezionate fortuitamente o più di frequente per volontà dell’uomo, in modo da adempiere perfettamente ai diversi ruoli che il cavallo ha avuto nella società (trasporto di persone, traino, soma, uso bellico, agricolo e sportivo).
Tra le varie razze, le più note a livello mondiale sono l’Arabo, il Purosangue inglese, l’Andaluso, le americane Quarter Horse, Appaloosa e Paint Horse, il Frisone, il Berbero, l’Akhal-Teke. Altre razze sportive europee sono il Selle français, l’Anglo-Arabo Francese, l’Hannover, l’Oldenburg, l’Hunter Irlandese, il KWPN, l’Avelignese. Tra le razze di pony (termine che indica qualsiasi cavallo al di sotto di un metro e quarantotto centimetri al garrese) più apprezzate vi sono gli Shetland, i Welsh, i Connema